PRISCO DE VIVO. Particolare dell'opera "Testamento del poeta" (Omaggio a Rimbaud), 2007
LUIGI PAGANO. Makoto no Michi 2005 tecnica mista su lino cm 153 x 203
GLORIA PASTORE

Da una trifora, sul cortile dell’attualità  #2
Prisco De Vivo
Luigi Pagano
Gloria Pastore

testo del  poeta Bruno Galluccio

18 ottobre – 16 novembre 2019 
Inaugurazione venerdì 18 ottobre ore 18,00

La Galleria area24 space è lieta di presentare la seconda edizione del progetto espositivo intitolato  Da una trifora, sul cortile dell’attualità  in cui i tre artisti invitati  illustreranno le rispettive opere e le loro ricerche creative.
In questa edizione sono stati invitati
Prisco De Vivo   Luigi Pagano   Gloria Pastore.

In Prisco De Vivo l’opera di pittura, scultura ed installazione che sia è sempre determinata dalla poesia come profonda traccia che diventa ferita e traspare in ogni suo manufatto. Un vero e proprio sudario ricopre metaforicamente la sua opera, che si imbatte dall’espressionismo al concettuale con una laboriosità naturale ed inconfondibile. I suoi registri non a caso passano dalla pittura alla scultura, dalla poesia al design. Artista dell’ombra e della luce come il suo complesso “Monumento a Rimbaud”, dedicato al “Poeta maledetto”; quel viaggiatore di inesplorabili limbi, che subisce l’amputazione della gamba prima di salutare il mondo. Prisco De Vivo ne realizza un monumento come pochi; alla sua sofferenza, tra la compassione e la redenzione.
In Gloria Pastore, artista imprendibile e con un’opera caratterizzata al mito ed alla frammentazione di esso. La sua ricerca ha molteplici significati, entra ed esce dalla superficie dell’opera tanto da creare un’estetica del sublime raffinata e meditativa. Da tempo si interessa dell’identità ed alle stratificazioni di essa, scegliendo possibilità sempre più alternative ai suoi ricorrenti materiali. Passando dalla scultura al disegno, dal collage alla fotografia. Quei molteplici significati che la portano a quello sguardo sempre più rinnovato ed a “tutto tondo, che diventa un attributo di senso del vero vedere, da cui nascono anche i sui stucchi, dal titolo “Guardo” ed anche il recente ciclo di tecniche miste dal titolo “Napoli mia”.
Nel lavoro di Luigi Pagano vige la forma e la materia nella sua estensione. Una condizione metafisica esclusivamente legata alla fenomenologia del corpo e della materia. Così nella naturalezza del gesto si costituiscono dei corpi-paesaggio senza direzioni, forme tra cielo e terra, arcani ed irriconoscibili aperti solo all’ancestralità ed a cavità elegiache che in molti casi rammentano gli abissi e labirinti sommersi.

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