SELECTED WORKS
26 novembre 2011 – 20 gennaio 2012 La galleria Area 24 di Napoli, sempre fedele al programma di presentare solo arte di qualità, propone una collettiva di artisti diversi tra loro sia per fama che per estrazione e formazione. Nobuyoshi Araki, artista di fama mondiale, dissacrante e provocatorio, è presente con opere con le quali vuole denunciare la violenza sulle donne. Esse diventano il soggetto principale delle sue fotografie scattate molto spesso con apparecchi semplici ed ambientate in abitazioni private. Le sue foto cariche di sensualità ed erotismo, rappresentano donne poco vestite, di solito legate e imbavagliate e in atteggiamenti di sofferenza. Bruno Conte, artista, letterato e raffinato poeta, vanta un notevole percorso artistico iniziato negli anni ’50 con esposizioni Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Nelle sue opere “ … il legno è il mezzo di quest’intuizione: è materia per il rilievo e per l’intaglio, è corpo, è volume, è cosa; ma è anche superficie e tessuto impregnabile di luce e di colore, è finzione. Il legno infine è sostanza vegetale, è reliquia della linfa vitale: e le forme di Conte, forme di ”arte”, forme di una raffinata artigianalità, sono portate alla luce in questo medium perché in qualche modo vivano..” Vincenzo De Simone, artista campano attivo da molti anni a Reggio Emilia, presenta lavori che asseriscono quello che smentiscono significando che i riflessi della pittura attraverso i giochi delle trasparenze sono verità che la luce rivela con la sua dualità: illusione e realtà. Pina Della Rossa , artista e docente di Storia dell’Arte, inizia la sua attività espositiva negli anni ottanta, raggiungendo la sua massima espressività attraverso la fotografia e l’uso delle nuove tecnologie digitali e multimediali . “La sua opera non ritrae il visibile, ma evoca l’invisibile mediante immagini e suggestioni visive che nascono dalla sublimazione di frammenti del quotidiano, che subiscono un processo di astrazione ed assumono il valore di segni, portatori di significato. Fondamentale in questa ricerca è l’aspetto compositivo, fondato su ardite prospettive, su forti contrasti tonali, su giochi di piani che si sovrappongono e si distanziano in multiple vedute spaziali. Di qui il richiamo allo spazialismo di Fontana, alla necessità di superare la superficie fisica del quadro per includervi la dimensione spaziale e temporale”. Marcolino Gandini, vanta una lunga e notevole attività artistica. Giulio Carlo Argan nell’aprile 1966 scriveva: Gandini fa un gioco duro, a carte scoperte. Inserisce ipotesi prospettiche in spazi curvi, in orizzonti reali. La linea diventa margine (l’Alberti diceva orlo), solco o fessura o, inversamente, cordolo; il piano diventa superficie e perfino volume; il colore diventa colmata di calcestruzzo. […] La geometria, ipotesi spaziale, diventa spazio reale, costruito con travi di colore come fossero strutture di cemento. Il pittore fa forme come lo scultore; il pittore e lo scultore fanno spazi come l’architetto: come l’architetto si fanno perché ci si viva dentro, e senza la mediazione dell’illusione prospettica o psicologica” Sandro Mele, giovane artista, vive e lavora a Roma. I vari mezzi espressivi che adottata, sapientemente intrecciati tra loro, raggiungono con chiarezza un unico obiettivo: rappresentare e indagare le superfici dell’esistenza, nel tentativo di fare emergere una relazione con il mondo, attenta alla sensibilità del visto e del vissuto, fuori dai condizionamenti di una sfera del reale chiusa nelle regole dei tabù sociali. Hidetoshi Nagasawa, artista giapponese apprezzato in tutto il mondo. Giacomo Zaza scriveva: L’opera di Nagasawa approfondisce i sensi e li acuisce in ipersensi. Equivale ad atti sconosciuti di vita, non solo in seno alla psiche umana, ma anche in base alla fisica della materia. Come le parole è pensata nella levità e nella incorporeità. Ogni sua visione tanto più possiede i nostri sensi quanto più è immateriale. E’ fonte di partecipazione e trasformazioni ulteriori: di energia per il sensorio.
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